Soldato Peter

Acquista biglietti online

Mer 17/1 ore 20.30

Sarà presente in sala il regista Giliano Carli.

Un film di Gianfilippo Pedote, Giliano Carli. Con Ondina Quadri, Benedetta Barzini, Peppe Servillo, Sergio Bini Bustric.
Drammatico, durata 84 min. – Italia 2023.

“Un film di fantasmi con intuizioni originali ed echi di Ermanno Olmi e Alina Marazzi.”

1918, Altopiano di Asiago, pochi giorni prima della fine della Grande Guerra. Il giovane soldato austro-ungarico Peter Pan oltrepassa le linee nemiche. Solo, spaventato, in fuga, durante il suo percorso non incontra nessuno tranne una pattuglia di soldati italiani di cui fa parte il Capitano Don Chisciotte che però lo nota a malapena. Il paesaggio del territorio straniero gli fa tornare in mente alcuni nitidi ricordi d’infanzia dove ci sono la madre e il suo amico Maty morto in guerra. Sono i rari momenti di serenità. Poi Peter riprende il cammino. Il desiderio è quello di ritrovare un’isola in mezzo al mare che non esiste nel mondo reale.
Un mondo dove è in primo piano il flusso della natura con dettagli di lumache, cavallette, ragni, pesci e formiche prima dell’arrivo del temporale dove dall’immagine si passa al disegno animato. È in questa contrapposizione l’originalità di Soldato Peter, diretto da Gianfilippo Pedote e Giliano Carli che potrebbe essere visto come una lunga soggettiva, un viaggio prima della fine dove davanti agli occhi del protagonista, interpretato da Ondina Quadri, compaiono immagini del passato, visioni di un mondo incontaminato con echi che richiamano il cinema di Malick, in particolare The Tree of Life, proprio nello scarto tra il dramma che sta vivendo il soldato e la sua percezione individuale.
Ci sono allucinazioni (il capitano Don Chisciotte interpretato da Peppe Servillo) che pensa di vedere solo ombre, presagi di morte nella presenza della donna e l’uomo col carretto, la prima incarnata dalla figura dell’ex-modella Benedetta Barzini, e uno spazio sempre più spoglio, dove la guerra sembra lontana, anzi assente, ma poi ritorna violentemente proprio a livello sonoro, con il rumore degli spari e l’eco dei bombardamenti con Peter che si tappa le orecchie.
Ci sono gli echi del cinema di Ermanno Olmi ma anche le tracce del documentarismo familiare di Alina Marazzi (di cui Pedote è produttore) nei ricordi d’infanzia che sono tra i momenti più coinvolgenti del film per il modo in cui dà forma al diario privato del protagonista.
Forse il suo rigore, la sua austerità, lo rende talvolta dipendente da un simbolismo esplicito che non intacca la coerenza della sua struttura ma gli fa perdere intensità. Si vede nella scena in cui Peter si rivolge a un immaginario soldato italiano davanti a lui, su una sedia dove c’è la divisa e l’elmetto. La parola diventa così l’elemento dissonante, il segno per definire quella follia che Soldato Peter era riuscito a farne avvertire la presenza solo accennandola senza il bisogno di chiamarla per nome. Ma il viaggio che, forse, è già memoria, è una delle intuizioni di un cinema dove torna ancora Olmi, tra Il mestiere delle armi e il bellissimo torneranno i prati, dove la guerra diventa solo lo spunto di partenza per lasciare invece prevalere soprattutto le ‘voci di dentro’. (MYmovies)