Po

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Dom 15/5 ore 20.30
Lun 16/5 ore 20.30
Mer 18/5 ore 20.30

Un film di Andrea Segre.
Documentario, durata 90 min. – Italia 2022.

“Un racconto corale sobrio e conciso che è anche indagine antropologica.”

Il 14 novembre 1951 il fiume Po straripò a Occhiobello, un piccolo Comune in provincia di Rovigo, causando l’allagamento del Polesine, regione già poverissima. Una catastrofe ambientale che fece centodue vittime e oltre centomila sfollati e che ebbe come effetti l’immediata evacuazione della zona, l’emigrazione coatta in cerca di lavoro, una ricostruzione e un ritorno difficili. Alcuni anziani, allora bambini, intervistati oggi ricordano quei fatti, rievocando ricordi, choc, lutti ma anche episodi di un’esistenza oltre l’essenziale, in simbiosi con il fiume. Se la reazione di solidarietà molto concreta a quella tragedia nazionale fu immediata, sia dal resto del Paese che dal mondo, a settant’anni di distanza se ne sollecita la memoria in forma orale, perché non resti imprigionata negli archivi, come materia inerte.
La televisione pubblica italiana infatti non era ancora nata e le prime cineprese che ripresero l’alluvione nel suo svolgersi e successivamente furono quelle dell’Istituto Luce.
Andrea Segre aggiunge alla sua coerente, pregevole filmografia un’altra opera profondamente umanista: Po è inchiesta investigativa locale che porta a dimensione universale eventi peculiari e solo apparentemente lontani dall’attualità. Si situa nella storiografia non ufficiale, popolare, degli “ultimi” e nel riattualizzare parole neglette, a lungo e ancora percepite come imbarazzanti, come “miseria” e “profughi”, indica nella comprensione del passato la chiave di lettura di presente e futuro. “La miseria non è mai bella da ricordare” dice uno dei protagonisti, di una povertà dimenticata, rimossa, vissuta come colpa.
In questo racconto corale sobrio e conciso c’è chi confessa di non aver mai visto una forchetta prima che gli venisse offerta della carne; chi ha ancora i brividi a ripensare alla solitudine dello sfollamento, lontano dai familiari, o al bagno “collettivo” effettuato nella stessa acqua. Ma anche la compostezza di chi visita le tombe dei fuggiaschi su un camion travolto dall’acqua a Frassinelle Polesine e la dignità di chi non si vergogna di aver patito la fame, ricordando una madre pronta a bollire la testa di un animale infetto, pur di mettere qualcosa a tavola.
Nel ricucire la memoria di un’indigenza non così lontana, il film al tempo stesso illumina un momento storico di concreta fratellanza, pur nella forte contrapposizione politica tra Partito Comunista e Democrazia Cristiana negli anni della ricostruzione: in un raro filmato augurale di fine anno Eduardo De Filippo ribadisce, sguardo in macchina, che “tutti abbiamo diritto al nostro ’52″.
Schivando il piatto schematismo di tanti film di teste parlanti, Po è indagine antropologica che conferisce dignità linguistica e drammaturgica ai dialetti (sottotitolati), struttura il discorso ancorandolo alla memoria viva, allo splendore delle immagini d’archivio e alla sintesi icastica del canto di anonimi, della canzone tradizionale: al cantautore veneziano Gualtiero Bertelli (già in Welcome Venice con Nina tu te ricordi) l’onore, con la Compagnia delle Acque, di aleggiare nel film e di chiuderlo con L’acqua, rievocazione sonora tumultuosa di quella piena che venne percepita come una vera e propria esplosione. In concorso a Pordenone Docs Fest 2022 – Le voci del documentario, rassegna di cinema documentario d’inchiesta. (MYmovies)