Ninjababy

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Mer 29/3 ore 20.30

Un film di Yngvild Sve Flikke. Con Kristine Kujath Thorp, Arthur Berning, Nader Khademi, Tora Christine Dietrichson.
Commedia, durata 103 min. – Norvegia 2021.

“Una commedia coraggiosa, alla moda ma intelligente, piena di vitalità ed energia come la sua protagonista.”

Rakel ha 22 anni, vive a Olso con l’amica Ingrid, ha talento per il disegno ma ha mollato la scuola di design. La sera ama divertirsi, tra alcol, droga e sesso occasionale. Sentendosi fisicamente strana, fa un test di gravidanza e scopre con orrore di essere incinta. Convinta che il padre sia l’istruttore di aikido Mos, Rakel si fa accompagnare da lui alla clinica per abortire, ma qui ha un’altra sorpresa: è incinta di sei mesi e mezzo, e nessuno può autorizzare l’aborto. Cosa fare dunque, soprattutto dopo aver capito che il padre è un irresponsabile perdigiorno noto principalmente per le incontestabili doti amatorie? Per Rakel comincia un periodo di grande incertezza, in cui dialoga con il suo bambino, medita se affidarlo alla sorellastra Mie e scopre di provare qualcosa per il timido Mos…
Il cuore del film è proprio la personalità di Rakel, a cui l’attrice Kristine Kujath Thorp offre la sua bellezza originale, un’aria trasandata e una personalità fuori controllo, a volte sopra le righe, altre volte succube degli eventi, altre ancora troppo aggressiva.
Rakel eccede in ogni cosa che fa, nel sesso, nel bere, nella leggerezza con cui affronta le cose e cambia compagni di letto. I disegni che realizza e che animano lo schermo (a cominciare dal tratto a carboncino della creatura che porta in grembo, immaginata come un feto con benda sugli occhi, un po’ ladro e un po’ amico fedele) sbordano le inquadrature, le aprono a una dimensione immaginata e immaginaria che funziona da controcanto alla commedia. La tragedia, invece, resta fuoricampo, nel retroterra familiare non specificato della protagonista, nelle paure che la attanagliano e sembrano venire da lontano; in una disperazione silenziosa che va a braccetto con una voglia di vivere disordinata.
Ninjababy è un film figlio dei nostri tempi: racconta la storia più vecchia del mondo – quella di una ragazza vittima di sé stessa e delle regole di una società inevitabilmente maschilista – senza pietismi, commentando gli eventi “a lato”, con ironia e sarcasmo, frullando romanticismo e grottesco, volgarità e turpiloquio.
Le cose più belle sono i dialoghi con l’esserino animato e il rapporto con l’improbabile Mos, personaggio buffo e di grande verità. Le cose meno belle, forse, l’insistenza sui toni dolceamari, tipici della commedia scandinava, che finiscono per rendere fin troppo equilibrato il racconto e per toglierli un po’ della sua lucidità.
Il pensiero va a La persona peggiore del mondo del connazionale Joaquim Trier – film più quotato e raffinato di questo – in cui una trentenne ben consapevole delle proprie fragilità semina dolore per sé e per gli altri, incapace di trovare un proprio posto nel mondo.
Rakel è meno bella e intelligente della Julie di Trier, ma un suo posto ce l’ha: ed è per l’appunto il mondo della fantasia in cui anima i suoi disegni e ci fa conversazione, negoziando l’idea della gravidanza. Rakel non è né una madre, né è una donna tutta sola, né una disagiata: è una ragazza la cui principale dote creativa non ha ancora trovato uno sfogo, uno scopo (la sua camera è piena di disegni che nessuno deve vedere).
Ed è bello, dunque, che la regista e le sceneggiatrici Johan Fasting e Inga Sætre (che hanno lavorato a partire da un graphic novel di quest’ultima, “Fallteknikk”), raccontino il percorso di crescita della protagonista senza cedere alle logiche narrative del coming of age e a quelle dell’amore come sacrificio (ruolo che spetta invece all’improbabile “Minchia santa”, cui spetta un’evoluzione più tradizionale). L’esito della vicenda di Rakel, se non è sorprendente, è spigoloso, poco riconciliato, e questo basta a fare di Ninjababy un film coraggioso, alla moda ma intelligente. (MYmovies)