Nezouh – Il buco nel cielo

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Ven 13/1 ore 20.30
Sab 14/1 ore 20.30
Dom 15/1 ore 17.30
Lun 16/1 ore 20.30 VOS

Un film di Soudade Kaadan. Con Hala Zein, Kinda Alloush, Samer al Masri, Nizar Alani.
Drammatico, durata 100 min. – Siria, Gran Bretagna, Francia 2022.

Una storia piena d’inventiva e di emozioni che racconta la Siria staccandosi dalla triste cronaca.

A Damasco, nella Siria martoriata dalla guerra, una famiglia deve fare i conti con un appartamento squarciato da una bomba che ha aperto buchi nel soffitto e nelle pareti. Mentre Motaz, il padre, si dimostra ostinatamente deciso a rimanere dov’è, cercando di nascondere le voragini, sia sua moglie Hala che la figlia quattordicenne Zeina sono desiderose di scappare, come ha già fatto una delle sorelle di Zeina, rifugiatasi in Europa. Là fuori c’è la speranza di un mondo diverso, e Zeina ne è attratta grazie anche alla corda lanciata giù per il buco dal giovane vicino Amer.
La firma è quella degna di nota di Soudade Kaadan, regista siriana cresciuta in Francia di cui si attendeva con fiducia l’opera successiva all’esordio The Day I Lost my Shadow, presentato a Venezia nel 2018 e vincitore del premio per la Miglior Opera Prima.
Kaadan affina in questa seconda regia una formula vincente, fatta di una danza tra naturalismo e realismo magico, di storie semplici ma costruite attorno a immagini simboliche e largamente accessibili (un bambino che ha perso la sua ombra a causa del trauma bellico, un nucleo domestico che forzatamente si “apre” al pericolo ma anche al desiderio), e di un uso del territorio sempre chiaramente delineato, che intrappola i personaggi una volta nel mondo là fuori, e l’altra qui dentro, nello spazio più intimo.
Il conflitto emotivo di Nezouh è principalmente familiare, con un rifiuto del controllo patriarcale anche quando esso si interseca a complesse questioni di identità e appartenenza a un luogo. Samir al-Masri, nel ruolo di un padre come forza radicante (che si rifiuta di trasformarsi in rifugiato), è tutto questo e anche di più, e offre un trampolino alla protagonista Hala Zein per dipingere il ritratto di una ragazza quattordicenne che riesce a scoprire la fantasia, la creatività e l’immaginazione.
Lo fa anche attraverso un film nel film con cui Kaadan commenta se stessa e la possibilità di raccontare la Siria in una storia in cui “non muore nessuno”. La regista espande uno stile visivo che già apparteneva al suo esordio, un mondo di ricchezza dell’immagine che certamente la attrae e al quale è difficile resistere, anche a scapito delle caratterizzazioni dei personaggi: come tutti gli inviti ad andare, questa è una corda che penzola invitante dal soffitto e che va afferrata ad occhi chiusi. (MYmovies)