Sab 9/2 ore 20.30
Dom 10/2 ore 20.30
Lun 11/2 ore 20.30
Un film di Steven Caple Jr.. Con Michael B. Jordan, Sylvester Stallone, Tessa Thompson, Wood Harris, Russell Hornsby.
Drammatico, durata 130 min. – USA 2018.
“La storia più intensa dell’intera saga di Rocky.”
Nel Rocky del 1977 la boxe era il mezzo di trasporto. Il film che Sylvester Stallone scrisse e interpretò è una delle storie più energizzanti del cinema, una fonte di ispirazione per ogni generazione. Lo snodo è sempre lo stesso: crediamo abbastanza in noi stessi per poter raggiungere un obiettivo? Siamo capaci di rialzarci dopo essere stati messi a tappeto? Senza allenamento, senza strategia, senza un assetto mentale non andiamo da nessuna parte. Il ring, i guantoni e un avversario da battere sono una perfetta metafora dei colpi che prendiamo, schiviamo e restituiamo in una vita. Il primo Rocky era questo ed era questo anche il primo Creed.
Rocky Balboa l’abbiamo adorato, ammirato e anche compatito, nella sua evoluzione e nella sua involuzione cinematografica. Indelebilmente fuso con il suo interprete, Rocky ha avuto un tale impatto sulle nostre memorie da andare oltre l’icona del cinema. È parte di una crescita sociale e ne riflette, con i vari sequel, gli estremi di arrivismo individuale degli ultimi quarant’anni. In sei film personaggio di Stallone è stato tutto: umile, coraggioso, sconfitto, vittorioso, arrogante, ridicolo, patetico, maturo. Gli stessi aggettivi che ognuno di quei sei film porta con sé, gli stessi che caratterizzano gli esseri umani e il loro desiderio di raggiungere gli obiettivi.
C’erano davvero tante strade sbagliate che Creed II poteva imboccare. Reimmaginare l’ispirante storia dello Stallone Italiano per le nuove generazioni e farla funzionare è stata una grande sorpresa. Adonis Creed ha raccolto l’eredità di Rocky, grazie al film di Ryan Coogler che ne ha rinnovato l’energia e il messaggio. Creed II doveva essere fatto, perché il commercio è una delle anime del cinema, ma la storia che ne esce è la più intensa dell’intera saga. Su uno script di Stallone e Juel Taylor, il trentenne regista Steven Caple Jr. subentra a Coogler e realizza un film di grande forza drammatica.
Poteva essere un sequel banale, scontato, noioso e pietoso. Soprattutto con l’idea di riesumare Ivan Drago direttamente da Rocky IV, quel russo colpevole di aver ucciso sul ring Apollo Creed negli anni 80, e dargli un erede pronto a rinnovare la sfida Drago vs Creed. Invece Creed II ha un’alta dignità, ha il coraggio di guardarsi in faccia, di costruirsi una reputazione propria a prescindere dal suo predecessore e di relegare in secondo piano la boxe. La regia di Caple è un corpo a corpo con i pugili sul ring, ma il film è costruito esclusivamente sullo stato d’animo dei personaggi che devono arrivarci. Lo sappiamo già quando Adonis Creed perde e quando vince, gli autori ne sono consapevoli. E allora ciò che conta è ridefinire le priorità nella vita, mentre i trofei restano sotto le teche di vetro.
Creed II è un film sui genitori e sui figli, sui rapporti intimi ingombranti ed essenziali allo stesso tempo, sulle paure di perderli di fronte ai cambiamenti. Sugli errori, su come riconoscerli, accettarli, affrontarli e andare avanti. C’è una bravura di Stallone e Taylor anche nella dislocazione narrativa dei sentimenti. Rocky è un padre putativo per Adonis, ci sono figli all’orizzonte per uno e per l’altro, i due Drago padre e figlio impariamo a conoscerli solo quando necessario dal secondo atto in poi. Infine l’anima femminile, le due madri Bianca e Mary Anne Creed ereditano a loro volta forza della sempre presente figura di Adrian Balboa.
In questo film in cui Stallone dà l’addio al personaggio di Rocky passando il testimone (“It’s your time”, dice al giovane Creed), chiudendo meravigliosamente un arco di vita cinematografica con la saggezza che la vecchiaia porta con sé, il fuoco rimane giustamente su Adonis e sul suo bravo interprete Michael B. Jordan. Se per una volta l’anima commerciale del cinema volesse andare all’inferno, questo sarebbe il momento giusto, per lasciare che una leggendaria storia cinematografica iniziata tanto tempo fa possa chiudersi con una vittoria all’ultimo round e la difesa del titolo di campione. O di qualunque altro titolo Creed II riesca a risvegliare in chi lo vede. (comingsoon)