Gio 30/1 ore 20.30
Ven 31/1 ore 20.30

Un film di Alessandro Comodin. Con Giacomo Zulian, Stefania Comodin, Barbara Colombo.
Drammatico, durata 78 min. – Italia, Francia, Belgio 2011.
“Tra documentario e cinema, il racconto intimo di un’adolescenza speciale”
Sulle rive del Tagliamento Giacomo e Stefania corrono e si perdono, si inseguono e si conoscono in un’estate speciale, per Giacomo più che per chiunque altro. È l’estate in cui tornerà a sentire.
Con la lezione della nouvelle vague ben impressa nella mente, Alessandro Comodin gira qualcosa che pare quasi riduttivo definire documentario. Lo spunto iniziale è quello di seguire il privato di Giacomo in un momento di duplice svolta della sua vita: il passaggio dall’adolescenza all’età adulta – che è di Giacomo come di tutti gli esseri umani – che si mescola con un trauma di crescita che invece è tutto suo, l’intervento che gli permetterà nuovamente di ascoltare e parlare, di cui il film segue pre e post. Senza annunciare che di pre e post si tratta, ma mantenendo sullo sfondo l’operazione e le sue conseguenze, per privilegiare un racconto d’estate, come rohmerianamente inteso. L’estate di Giacomo non è un documentario sulla diversità, ma soprattutto niente che assomigli – né per contenuti né per stile – alla produzione media italica su pellicola. Potrebbe appartenere a certo cinema francese o belga quella levità della macchina da presa, discreta e insieme curiosa nell’inseguire le improbabili avventure dei ragazzi o i loro momenti di timida intimità. Con sprazzi di audacia nello spingersi nel privato di Giacomo, fermandosi sempre un attimo prima che la pulsione scopica si trasformi in qualcosa di morboso o compiaciuto. Nato come documentario sul ritorno all’udito e alla parola di Giacomo, il film diventa altro in fieri, nello stile del Doinel di Truffaut o dei racconti stagionali di Eric Rohmer, come se fare cinema potesse ancora significare accompagnare (e non solo seguire) la vita, cogliere attimi che nella loro apparente semplicità nascondono una tempesta di emozioni. Immortalare il momento in cui qualcosa sta cambiando e agevolare la trasformazione, come un catalizzatore emozionale. Un’anima divisa in due quella de L’estate di Giacomo, tra documentario puro e semplice e illustrazione di una stagione della giovinezza che, nonostante la peculiarità della situazione di Giacomo, presenta caratteristiche assolute, di universalità, come uno snapshot di un istante (più o meno dilatato) a cui tutte le nostre vite sono legate.
Emanuele Sacchi – mymovies
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