Velluto blu

Acquista biglietti online

Mer 21/2 ore 20.30 VOS
V.M. 14

Un film di David Lynch. Con Isabella Rossellini, Kyle MacLachlan, Dennis Hopper, Laura Dern, Hope Lange.
Thriller, durata 120 min. – USA 1986.

Il noir secondo David Lynch: da qui nascerà Twin Peaks, da qui cambierà il cinema.

Il padre di Jeffrey Beaumont è colpito da un infarto: lui torna a Lumberton per assisterli. Un giorno trova in un terreno abbandonato un orecchio umano mozzato. Lo consegna alla polizia, ma prosegue da solo le sue indagini, concentrando la sua attenzione sulla cantante Dorothy Vallens.
Dietro una staccionata bianca si nasconde la provincia americana, con il suo sogno impossibile di serenità, in cui cantano i pettirossi. Nell’erba invece si nasconde l’inaspettato: un orecchio umano reciso e attorniato di insetti, a ricordarci che il male esiste e si cela nei luoghi più inaspettati. A ricordarci quanto possa essere profonda la tana del Bianconiglio.
Anziché scoprire il Paese delle meraviglie, troverà l’orrore e finirà per scottarsi metaforicamente le dita, ma anche per arrivare laddove nessuno aveva il coraggio o l’interesse di recarsi. Per David Lynch Velluto blu è il film della svolta, quello che muta in maniera irreversibile la sua carriera e trasforma le intuizioni da incubo di Eraserhead in una forma compiuta, rivestita da un’apparenza tranquillizzante e seducente. Dopo l’acclamazIone di The Elephant Man e le perplessità derivate dal flop di Dune, Lynch impara la lezione n.1.
La sua arte, l’intuizione che lui è capace di trasporre dallo stato onirico a quello creativo, è irriducibile ai compromessi di una sceneggiatura in tre atti o alle esigenze di un produttore. Nella sua sostanziale alterità, solo il tempo è capace di dar ragione all’arte di David Lynch. E così avverrà, specie dopo la rivoluzione televisiva di Twin Peaks. Ma tutto ha inizio qui, in un film che sembra la summa di ciò che verrà. Come lo stesso Lynch ha più volte dichiarato, c’è un po’ di Frank Booth – un Dennis Hopper da incubo, perennemente in uno stato di alterazione – in ogni BOB e in ogni villain della Loggia Nera, così come c’è un po’ dell’agente Cooper nel giovane Jeffrey, voyeur desiderante e insieme oggetto del desiderio.
Il suo rapporto di biunivoca morbosità con Dorothy Vallens – una Isabella Rossellini irresistibile – sottintende una nuova relazione, partecipativa, tra chi guarda e chi è guardato, tra spettatore dell’opera e opera stessa, tema che diventerà centrale nella filmografia lynchiana. Rondi a Venezia si rifiuta di mettere il film in Concorso, mentre la critica del tempo, da Roger Ebert in giù, si scaglia contro il film e i dilemmi etici che affronta, in maniera inconsueta. Molte di quelle firme si ricrederanno negli anni successivi, una volta compreso dove Lynch volesse arrivare. (MYmovies)