Gio 8/10 ore 20.30
Ven 9/10 ore 20.30
Sab 10/10 ore 20.30
Dom 11/10 ore 20.30
Lun 12/10 ore 20.30
Un film di Davide Del Degan. Con Vincenzo Nemolato, Giovanni Calcagno, Branko Zavrsan, Selene Caramazza, Andrea Pennacchi.
Commedia, durata 85 min. – Italia 2020.
“Un film lunare che oscilla fra il comico, il tragico e il surreale. Un esperimento interessante.”
Calogero, venditore di granite, è dovuto scappare dalla Sicilia con il suo carretto perché ha voluto fare la cosa giusta, cioè testimoniare contro un killer della mafia. Il programma di protezione testimoni gli ha trovato un appartamento in un residence, il Paradise: peccato che il residence sia abbandonato e che si trovi a Sauris, paesino del Friuli dove nevica sempre e si balla lo Schuhplattler tirolese prendendosi a sganassoni. A Calogero mancano la moglie Lucia e la figlia che stava per nascere, e della Sicilia gli è rimasto solo un puzzle che perde i pezzi con l’andare dei giorni. Ma al Paradise arriva proprio dalla Trinacria un altro inquilino, e la vita di entrambi sarà destinata a cambiare.
E Paradise diventa una metafora della difficoltà di essere uomo in Sicilia (e in ogni altra società rigidamente patriarcale), e dei pericoli nel rimanere onesti in un contesto che premia l’omertà.
Calogero sogna una nuova vita e una società migliore per sua figlia Marcella perché è convinto che “gli altri siamo noi”, ma in Sicilia gli hanno già preparato il funerale, e non è detto che non riescano a raggiungerlo fino in capo al mondo. Vincenzo Nemolato lo interpreta come un Candide terrorizzato ma deciso a non voltare la testa e la sua fisicità circense contribuisce non poco a far funzionare una storia altrimenti del tutto implausibile. Giovanni Calcagno è l’ospite inatteso, e il contrasto fra la sua imponenza fisica da maschio alfa e l’aspetto da fantino di Nemolato è una delle scelte vincenti del film. In omaggio alla coproduzione slovena c’è anche la luminosa presenza di Katarina Cas nel ruolo di una mamma single abituata a non porsi troppe domande.
La scelta registica più interessante è il tono stralunato che oscilla fra il comico e il tragico con svariate punte nel surreale: in particolare la figura dell’ospite inatteso, che guarda caso si chiama anche lui Calogero e rimanda in qualche modo al “Pericle il nero” di Giuseppe Ferrandino, è una contraddizione continua, una costante riaffermazione di un’identità maschile stereotipata e una corrispettiva determinazione a negarla, rifiutandone i canoni e i limiti.
“Che maschio sei?” chiederà un Calogero all’altro. E la risposta arriverà alla fine di una ricerca identitaria partita dall’allontanarsi il più possibile, anche geograficamente, dalle proprie origini per cercare, anche obbligatoriamente, il luogo magico in cui ognuno può essere quello che vuole. Il che non significa smettere di provare nostalgia per il luogo reale dal quale si proviene. (mymovies)